Jovanotti La luna di giorno

Artista: Jovanotti Album: Safari Anno: 2008

Brano: La luna di giorno

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Jovanotti Il gioco del mondo

Artista: Jovanotti Album: Safari Anno: 2008

Brano: Il gioco del mondo

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Testo:
Tu hai un buon karma
Mi disse la commessa del negozio dei tarocchi
Che in casa aveva un gatto con gli occhi dai colori differenti
E lo chiamava Bowie
Di origine persiana, come i tappeti sui quali Sherazade
Raccontava storie come fili di tappeti per volare, via da Baghdad
Mercato immobiliare in espansione
Per uno come me in cerca di attenzione
Così lasciai la sua casa e i suoi incensi purificatori
Perché mi stancai subito del mondo
Visto da fuori... visto dai libri... visto dal cine... visto dalla tv
Dal vero nonostante tutto lo amavo di più
Col puzzo e col profumo, la nascita e la decomposizione
Lanciai un altro dado per saltare un'altra posizione
Nel gioco del mondo, che non si vince mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori

Al confine tra il Pakistan e gli Stati Uniti
C'è un chiosco che vende documenti usati
Ne comprai uno di un vecchio sultano morto
Affogato nella cioccolata dell'uovo di Pasqua
Sciolto per il caldo del deserto e delle Cluster Bombs
Ci misi la mia foto e venni accolto ad un ricevimento
Alla Casa Bianca, lì riconobbi una mia vecchia fiamma
Che era diventata segretaria di un ministro
Lei non mi riconobbe col turbante e con il visto
La notte al letto disse che le ricordavo qualcuno
Che aveva conosciuto nel passato
Pazzesco come è strana la vita mi disse
Mi ricordi l'unica persona della quale sono stata innamorata
E che ormai è scomparsa per sempre svanita
Nel gioco del mondo, che non si vince mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori

Andando a visitare una mostra di un pittore
Che dipingeva i quadri col suo sangue e con la sua saliva
Entrai per caso in un salone di un altro pittore
Che invece dipingeva col sudore ed una tigre viva
Usando la sua coda come pennello, e il mondo come unico modello
Ci feci conoscenza e mi spiegò che non aveva mai studiato arte
Però comunicava con le bestie più feroci e sfidava la morte ad ogni pennellata
Mi regalò un suo quadro, che regalai ad una mia fidanzata
Che non riuscivo ad addomesticare, e adesso lei dipinge
Usando i suoi capelli come pennello
E la mia vecchia faccia come soggetto da reinterpretare
Mentre io sono andato ormai lontano
Mi trovo già in un'altra situazione
E lancio questi dadi, e avanzo, di qualche posizione
Nel gioco del mondo, che non si vince mai

Chi vuol restare fuori resti fuori
E alzino la mano i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori
E alzino la mano i giocatori

Messico, distretto federale
Città di ventisei milioni di abitanti in cerca di un tesoro
La mappa è scritta in codice sugli scalini di Teotihuacan
Ma un incantesimo cancella il suo ricordo
Nel momento in cui si scende e si ritorna in centro
Eppure son sicuro che qualcosa mi è rimasto dentro
Che quando prendo l'auto ultimamente
Guardando il mondo dal retrovisore
Io vedo la mia vita che va via, e non mi fa paura
Anzi mi mette addosso un nuovo senso d'avventura
Avere un'altra faccia sulla nuca
Ha reso più complesso fare manovra
Però non son più solo e son contento
Da zero a dieci vale sempre cento
Tra pace e vento scelgo sempre vento
Scommetto sul futuro in espansione
E butto il dado e cambio posizione
Nel gioco del mondo, che non si vince mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori
E alzino le mani i giocatori

Cercavo il regno dei cieli sulla terra,
Mi sono arruolato nella legione straniera
Per fare finta di avere un passato da dimenticare
Così sono finito a procurare le donne ai calciatori
In fuga dai ritiri
In cambio di ammirare i loro tiri da vicino
Per imparare l'arte della precisione
Unita alla velocità e alla strategia
Tutto condito con la fantasia
Che è quella cosa che non si può imparare
Però si può riuscire a risvegliare
Così a forza di guardare il pallone
Presi una decisione
E salii sul primo treno per un posto che iniziasse con la A
E piantai le mie tende in Algeria
Dove conobbi una nuova religione
Che ti imponeva un sacco di rinunce
Tranne di rinunciare alla paura
Che quella più ce n'era e meglio era
Ma grazie a Dio si fece presto sera
E m'infilai nel letto di un'eretica
Che mi scaldò col rogo dei suoi fianchi
E continuava a dirmi già mi manchi,
Perché sapeva che me ne sarei andato l'indomani
Perché più che una scelta è vocazione
A spingermi a lanciare un altro dado
Per avanzare di qualche posizione
Nel gioco del mondo, che non finisce mai, e non si vince mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori

Al bar c'era Giovanni l'ottimista
Si presentò e mi regalò il suo libro
Che regalai a mio padre nel giorno della sua prima comunione
Dicendogli di leggerlo come se fosse scritto in una lingua sconosciuta
Dove ogni lettera vuol dire sempre vita
In cambio lui mi regalò un cappello da Pinocchio
Che io indossai a una festa d'ambasciata
Dove incontrai la madre dei miei sette figli
Ognuno nato in un continente differente
Che si riunivano soltanto in occasione
Di qualche guerra o di un'inondazione
Oppure per comporre la canzone
Che si erano impegnati a registrare
Ma che ogni giorno continua a cambiare
E che nessuno riesce mai ad imparare per intero
E si ritrova immerso dentro a un coro
Dentro una sinfonia senza spartito
Che esprime come un senso d'infinito
Ma con un ritmo più che sensuale, più che sensuale, più che sensuale
Che fa venire voglia di giocare
Al gioco del mondo, che non finisce mai, e non si vince mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori

All'inizio era il caos
Dal caos presero forma i nostri denti
Fatti apposta per mordere mele
Le nostre braccia per tessere vele
E infine gli occhi per guardare l'orizzonte
Non accontentarsi di pensare che quello che non si vede non esiste
Che quello che non c'è non c'è mai stato
Di conseguenza neanche ci sarà
E questo non è vero
Per questo il nostro gioco non finisce
Per questo lo stupore è un demone che ti rapisce
Finché ci sta qualcuno che si affida all'intuizione
E getta un dado e avanza di un'altra posizione
Nel gioco del mondo, che non si vince mai, e non finisce mai
Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai

Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Chi vuol restare fuori resti fuori,
E alzino le mani i giocatori
Al gioco del mondo


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1- Che ne pensi di --Jovanotti--
2- Che ne pensi della canzone --
Il gioco del mondo--
3- Che emozioni provi quando ascolti questa canzone??


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Jovanotti Nel mio tempo

Artista: Jovanotti Album: Safari Anno: 2008

Brano: Nel mio tempo

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Testo:
La coscienza apposto non ce l’ho
E non l’ho avuta mai
Neanche da bambino
Quando dicevo palle a destra e a manca
Non tanto per difesa
Ma più per fantasia
Per dare addosso alla supremazia della realtà
Per modellare il mondo da poterci combaciare
Come un biscotto nel suo stampino
Come un eroe nel suo destino
Non son mai stato un mago in strategia
Navigo a vista e ormai sono un esperto
Temo, ho rispetto
E amo il mare aperto
Ci soffro e mi diverto
A veder come gira
A gettar sassi
A piantare casini
A contraddire il fatto e i suoi indovini
Professo Dio se sono in mezzo agli atei
Se son tra i preti mi invento miscredente
A me la pasta piace sempre al dente
La vita mi va bene se si sente
Se c’è un po’ di corrente
Se c’è da attraversare qualche ponte
Se c’è da immaginare un orizzonte

Sarà ricordata come l’epoca della tecnologia
Ma per me è soltanto l’occasione per vivere la vita mia
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo

Questo è il mio tempo
E non è mio soltanto
In bilico tra stimolo e rimpianto
È un tempo ricco gravito di segni
Vuoto di senso e pieno di congegni
Che danno possibilità infinte
Una, nessuna, e centomila vite
Portici, vertigini, equilibri instabili
Appuntamenti non più rimandabili
Onde che se non surfi resti sotto
E non c’è aria e sembra tutto brutto
Sporcarsi la pelle, bruciarsi
Toccare le cose con mano
Trovare l’immagine e poi proiettarla lontano
Alzare bandiera a mezz’asta
Già prima di essere morto
Mi è sempre sembrato un errore
Non tengo la nave nel porto
E se la bonaccia lo impone
Non resto a guardare il soffitto
Sperando che cambi stagione
L’ho detto, e poi ho fatto speso il contrario
Perché sono un uomo qualsiasi
Un essere straordinario
Un essere straordinario

Sarà ricordata come l’epoca della tecnologia
Ma per me è soltanto l’occasione per vivere la vita mia
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo

Questo è il mio tempo
È quello che accade
Frequento i deserti e le strade
Non trovo risposte immediate
Del resto nemmeno le chiedo
Però credo fosse un errore
Che gli uomini abbiano un grande valore
Che è espresso in pochissima parte
E tutto concorre a sedarti
Confonderti, omologarti
In casa, poi a scuola, poi fuori
Ci vogliono deboli e soli
Al massimo consumatori
Che hanno reazioni a comando
Capite voi quello che intendo?
Capite voi quello che intendo?

Sarà ricordata come l’epoca della tecnologia
Ma per me è soltanto l’occasione per vivere la vita mia
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo

Non lascerò il futuro nelle mani
Di chi al futuro non ci ha creduto mai
Di chi crede soltanto a questo dogma
Fotti per primo, o rimarrai fottuto
Io la coscienza a posto non ce l’ho
E fotto quasi sempre senza scopo
Perché la mia natura non è chiara
Sono allo stesso tempo gatto e topo
Siete il sale del mondo disse Jesus
E il sale è un conservante assai efficace
Lo usano per conservare il pesce
Ma non serve a conservar la pace
Vivo in quel pezzo di mondo
Dove il sale si compra inscatolato
E il grano cresce ormai già macinato
Metà del mondo lotta con la fame
La mia metà si nutre di aspartame
Io la coscienza a posto non ce l’ho
E non l’ho avuta mai
Sono il peggior nemico di me stesso
L’ostacolo più grande al mio successo
Tutto e anche il suo contrario
Monotono e poi vario
Affezionato ad ogni mio difetto
Ad ogni scusa, ad ogni litania
Non posso, scusa devo andare via
Ripasserò più tardi un’altra volta
Eccomi sono qua, l’uomo in rivolta
Questo è il mio tempo e spazio che divido
Con quello che mi sfida e che io sfido
Con quello che io accolgo e che mi accoglie
Con quello che io cambio e che mi cambia
Con quello che mi dona e che mi toglie
Con gli uomini, le macchine e le foglie
Restando in casa o attraversando soglie
Questo è il mio tempo, questa è l’occasione
Questo è lo spazio di contemplazione
È il campo di battaglia per l’amore
Il tempo di equilibrio e furore

Sarà ricordata come l’epoca della tecnologia
Ma per me è soltanto l’occasione per vivere la vita mia
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo
Nel mio tempo, fino in fondo
Nel mio tempo


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